Sagre e Feste Casale Marittimo
da mercoledì 20 Luglio 2016 a sabato 23 Luglio 2016
Seconda edizione del Festival del pensare nei comuni di Casale Marittimo, Guardistallo e Montescudaio
Si svolgerà il 20, 21, 22 e 23 luglio nei comuni di Casale Marittimo, Guardistallo e Montescudaio in provincia di Pisa, la seconda edizione del Festival del pensare: Pensare serve ancora? dal titolo Cucinare con le mani della mente. Il Festival, organizzato dall’Associazione Culturale Pensiamo Insieme, dopo la positiva partenza dello scorso anno che ha registrato un ottimo successo di pubblico, con l’edizione 2016 vuole proporre una riflessione sul cibo e su quanto intorno al cibo si articola nelle forme del pensare: tradizioni, cultura, storia, scienza, medicina, mercato, biologia, filosofia.
TEMA edizione 2016
Il titolo intende puntare i riflettori sul fatto che la nutrizione è strettamente connessa al pensiero, innanzi tutto perché sia le operazioni destinate a procurare il cibo (la cultura più arcaica della caccia, quella del nomadismo legato alle origini all’allevamento degli animali, l’agricoltura), sia quelle rivolte alla elaborazione del cibo stesso nelle sue forme ‘cotte’- il passaggio dalla cultura del crudo a quella del cotto (Levi Strauss) – sono tutte il risultato del lavoro della mente.
I LABORATORI per adulti e bambini
Il Festival propone momenti serali collettivi con relatori di fama internazionale nei tre Comuni in provincia di Pisa di Casale Marittimo, Guardistallo e Montescudaio e quattro laboratori gratuiti nei giorni di venerdì e sabato, due per adulti:
venerdì 22, dalle 10.30 alle 16.30, di Cinema con Franco Brogi Taviani,
sabato 23, dalle 10.30 alle 16.30, di Filosofia e Psicoanalisi con Francesca Rigotti e Marco Francesconi)
e due per bambini:
venerdì 22, dalle 10.30 alle 16.30, di teatro con Ilaria Fontanelli,
sabato 23, dalle 10.30 alle 16.30, di Invenzione di storie e racconti con Andrea Valente, l’inventore del fumetto per ragazzi La Pecora Nera, protagonista da anni del Festival della Letteratura di Mantova.
IL DETTAGLIO
Il Festival aprirà ufficialmente il 20 luglio alle ore 19.00 alla Galleria MussiArte, presso Fattoria Gioiosa, a Casale Marittimo, dove fino al 30 luglio sarà allestita la mostra Bocconi d’Arte, Olii e Disegni di Giuseppe Rivieri e Carmo.
La vernice, con inizio alle ore 19, sarà aperta da uno degli organizzatori dell’evento, lo psicoanalista Marco Francesconi, con la presentazione del Festival e dei lavori esposti; accanto a lui, un altro psicoanalista, Goriano Rugi, che nei suoi scritti si è occupato di alcuni grandi artisti, in particolare di Munch e di Francis Bacon, che entrerà più nello specifico delle caratteristiche emotive della mostra d’arte.
Inoltre, ad arricchire un piatto già goloso, lo Chef stellato Luciano Zazzeri, patron del ristorante di Marina di Bibbona (LI) La Pineta (una stella Michelin) che preparerà per l’occasione due “finger food” tratti da antiche ricette descritte nel suo libro Taste Archaelogy (Pacini editore): “Cicer aretinum” (ceci fritti) e “Ova Sphongia ex Lacte” (frittata al latte). Luciano Zazzeri, nel libro “Taste Archaelogy” (2015), tramite una parte narrativa ed una iconografica, analizza gli usi e le tradizioni gastronomiche del periodo romano come trait-d’union fra storia e contemporaneità. Un progetto che non vuole essere l’ennesima storia della gastronomia antica, bensì uno strumento per rivivere concretamente l’antichità, per sentirla vicina, in un campo, quello enogastronomico appunto, che ha lasciato un’eredità concreta e tangibile sulle nostre tavole. Partendo quindi dai documenti del celebre Apicio, gastronomo dell’Antica Roma, Luciano Zazzeri, icona locale e nazionale dell’alta ristorazione, riproduce le ricette antiche, reinterpretandole con l’uso dei prodotti del nostro territorio. In questo modo è possibile anche comprendere le ragioni e gli usi di alcuni ingredienti e capire il motivo di alcune nostre abitudini in cucina. I finger food saranno accompagnati dai Vini dell’azienda agricola Pagani de Marchi, la cui titolare è fra gli ideatori e organizzatori del Festival “Pensare serve ancora?”
Tanti gli appuntamenti di interesse, a partire da quello di giovedì 21 alle 21.30 con l’attore e regista Andrea Kaemmerle, fondatore in Toscana del Festival del Buongusto, che porterà al teatro Marchionneschi di Guardistallo lo spettacolo teatrale “Insalata con dita”. Uno spettacolo mai banale sulla ricerca della felicità e su tutto ciò che è possibile fare per ottenerla; uno spettacolo che gira da più di due stagioni e riesce a mantenersi molto divertente ed attuale grazie ad una riflessione mai noiosa sulla nostra mostruosità, sulla voglia di fare i conti con la nostra parte criminale ed istintiva, dove la follia regala pagine di surrealismo comico ed incendiario. La mano che muove la penna è del celebre Alessandro Schwed, romanziere di origini ebraico-ungheresi, il famoso Jiga Melik del giornale Il Male. Il testo è stato scritto su misura per Andrea Kaemmerle che a suon di piccole e scusate provocazioni ed improvvisazioni arriva a svelare al pubblico realtà abnormi e futuribili. A fine opera, sarà possibile gustare un piccolo delizioso spuntino con il pranzetto cucinato in scena. Seguirà una discussione dell’attore e regista con lo psicoanalista Marco Francesconi e con Sara Zambotti, antropologa e animatrice molto amata del seguitissimo programma radiofonico di RAI RADIO 2 Caterpillar.
Venerdì 22, alle 21.30 nella Piazzetta di Casale Marittimo, Elena Barsacchi, coautrice con Luciano Zazzeri, del libro Cibo, Arte, Vino, Mare, Laura Delli Colli, giornalista e scrittrice, Presidente del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, che al cibo nel cinema ha dedicato il suo ultimo libro Pane, Film e Fantasia. Il gusto del cinema, e Alfredo Lombardozzi, psicoanalista e antropologo, moderati dalla psicoanalista Daniela Scotto di Fasano, parleranno de Il Sapore del pensiero.
Tutti i grandi protagonisti del dibattito hanno posto nella loro vita grande attenzione al cibo e al suo ruolo nell’arte e nella storia del pensiero, come è testimoniato nell’ultimo libro di Luciano Zazzeri – “Cibo Arte Vino Mare. Unicità livornesi” (2016) -, non a caso scritto a quattro mani con Elena Barsacchi, che nel suo piccolo Bed and Breakfast sulle coline di Rosignano Marittimo cura l’attività di una preziosa galleria d’arte. E’ lei infatti ad aver coinvolto e reso coautori di questo libro Oliviero Toscani, Vittorio Sgarbi, Salvatore Marchese e dieci noti pittori livornesi (le cui opere sono state fotografate da Oliviero Toscani), ciascuno dei quali ha proposto tre ricette.
Sulla stessa lunghezza d’onda Laura Delli Colli, la nota giornalista che nel 2002 ha inaugurato la fortunatissima serie Il gusto del cinema italiano, che diventa un piccolo fenomeno editoriale, lanciando la moda letteraria della cucina nel cinema. Laura Delli Colli ha dedicato il suo ultimo libro – “Pane, film e fantasia. Il gusto del cinema italiano” (2016) – raccontando l’affascinante itinerario del gusto nel backstage delle cucine del cinema d’autore e delle commedie più popolari, dai piatti poveri di ‘Roma città aperta’ e ‘I soliti ignoti’ al coniglio ‘alla ligure’ de ‘La grande bellezza’ e a molti altri piatti di cento film che dal ’46 ad oggi hanno segnato il nostro immaginario nel rapporto col cibo. Gli psicoanalisti ai quali toccherà interagire con questi grandi interpreti italiani del Sapore del pensiero avranno, fuor di metafora, pane per i loro denti…
Come ha scritto Andrea Tagliapietra, il mangiare è metafora del pensare. «Leggere è mangiare, scrivere è cucinare. Parola e cibo, sapere e sapore sono circondati da un’aria di famiglia. Noi abbiamo “appetito” di conoscenza, “sete” di sapere o “fame” d’informazioni. Noi “divoriamo” un libro, “facciamo indigestione” di dati, “abbiamo la nausea” di leggere o di scrivere, non siamo mai “sazi” di racconti, “mastichiamo” un po’ di inglese, “ruminiamo” qualche progetto, “digeriamo” a fatica alcuni concetti, mentre “assimiliamo” meglio certe idee piuttosto che altre. Noi ci “beviamo” una storia soprattutto se nel narrarcela sono state usate parole “dolci”, invece di condirla con “amare” considerazioni, con battute “acide” o “disgustose”, o, peggio, con allocuzioni “insipide” e “senza sale”. Non a caso le storielle più “appetitose” sono quelle infarcite di aneddoti “pepati”, di descrizioni “piccanti” e, vuoi anche, di paragoni “gustosi”. Ecco allora che a partire dall’analogia fra il nutrimento del corpo e il nutrimento della mente è possibile riconsiderare il rapporto, in verità non troppo sotterraneo, fra il cibo e il pensiero. Fra le cose che distinguono l’uomo dagli altri esseri viventi vi è il particolare legame che egli, sin dall’inizio della sua storia, ha istituito con il cibo. Gli animali si nutrono, l’uomo mangia e, nel mangiare, non si accontenta di consumare gli alimenti, ma insieme li pensa, ha, cioè, nei confronti dei cibi, un rapporto eminentemente simbolico. Il detto “parla come mangi”, al di là dell’invettiva del luogo comune, rivela un fondo di verità difficilmente smentibile. La cultura umana si specchia, infatti, tanto nelle parole del linguaggio che dalla bocca escono, quanto in quegli alimenti e in quelle pietanze che nella bocca, invece, entrano».
Gran finale sabato 23 luglio, alle ore 21.30 in Piazzale Belvedere a Montescudaio con la serata dal tema Quando cibo e mente vanno a pranzo assieme. Ne parleranno Remo Bodei, filosofo, Marco Francesconi, psicoanalista e Francesca Rigotti, filosofa, moderati da Francesco Orzi, neuroscienziato.
In occasione di questo incontro ritroviamo con piacere Francesca Rigotti, già ospite del Festival lo scorso anno che nel libro “La filosofia in cucina. Piccola critica della ragion culinaria” riprende ciò che ha detto Italo Calvino (1982) ovvero che il “sapore è il sapere della mente”.
Si tratta di un breve itinerario, scritto con stile piano e accattivante, all’interno delle analogie esistenti tra le espressioni e l’universo concettuale dell’arte culinaria e del sapere filosofico. L’Autrice esplora l’affinità, mai considerata fino in fondo, tra l’elaborazione del cibo e dei pensieri, illuminando le sotterranee relazioni che le collegano. La bocca è per antica definizione veicolo del logos, è lo strumento con il quale l’uomo si affranca dalla bestialità. Tuttavia c’è sempre il pericolo che possa divenire anche il luogo nel quale si celebrano la vanità e il piacere: un piacere eccessivo della parola o del mangiare. Quello che conta invece è essere affamati sì, ma di conoscenze, assetati certo, ma di sapere, ingordi ovviamente, ma di ragionamenti. Senza affatto escludere il piacere del sapore, ma con estremo rispetto e riguardo per la ‘misura’: una misura specchio di una vita equilibrata e condizione di possibilità per il pensiero e la logica di realizzarsi. Il che non significa l’ascesi, essendo il digiuno l’eccesso opposto dell’ingordigia e altrettanto controproducente.
ARTE
A corollario del Festival, dal 20 al 30 luglio, la mostra “Bocconi d’Arte”, olii e disegni di due artisti contemporanei diversissimi, e complementari: Giuseppe Rivieri e Carmo.
La mostra inaugura mercoledì 20 luglio alle ore 19.00 alla Galleria MussiArte presso Fattoria Gioiosa, Via Nardini 14, Casale Marittimo (Pi).
Due stili e due approcci all’immagine apparentemente antitetici. In realtà, però, a soffermarsi un attimo e a ben vedere, due modi di accostarsi all’oggetto che hanno molto in comune: il colore è in entrambi caldo, pastoso; l’atmosfera è vibrante; la luce dà anima alla cosa – mela, pagnotta, brocca – che diviene viva di vita propria. Nelle opere di entrambi, l’atmosfera è seicentesca, fiamminga, rinascimentale e la sicurezza tecnica è ‘antica’, superba. Le opere di entrambi raccolgono l’invito del Festival del pensare: Pensare serve ancora? e rispondono ‘sì, pensare serve sempre’, e tratteggiano il sapore del pensiero offrendo bocconi di un’arte che pensa. Giuseppe Rivieri e Carmo credono nell’opportunità di raccogliere le insostenibili leggerezze e grevità della natura e, di conseguenza, della vita. É, quella di entrambi, un’indagine realista, senza compromessi, che in Carmo si interroga poi esplicitamente e senza mezzi termini sulle sorgenti della fame, dell’avidità, del bisogno. Due autori impegnati a esplorare la bellezza del pensare, il tragico e il magico della vita quotidiana, la realtà del vero, dove il vero può essere anche, a tratti, l’orrore. É in ognuna delle opere indagato un tema biblico per eccellenza, quello della vanitas vanitatum, che significa l’inutilità dell’affannarsi. Un affannarsi che in particolare caratterizza la vita dei nostri giorni, dai due autori raccordato alla necessità dell’analisi interiore, nel silenzio che invita a sospendere la corsa, a fermarsi e a pensare.
CHI SOSTIENE IL FESTIVAL
Il Festival si realizza grazie al sostegno dei tre Comuni di Casale Marittimo, Guardistallo, Montescudaio, della Fondazione Enrico Pagani Charity ltd e della Azienda Agricola Pagani de Marchi.
Tutti gli eventi e laboratori sono gratuiti.
PER INFORMAZIONI SUL PROGRAMMA DEL FESTIVAL CONSULTARE IL SITO:
Fonte: Ufficio StampaEventi simili
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